martedì 31 maggio 2022

Ognuno di noi è nato con un corpo

Ognuno di noi è nato con un corpo. Il corpo da sempre nasce nudo, ma subito viene lavato e coperto, per proteggerlo dal freddo o dal caldo. Ci siamo vestiti e forse in questo modo, nei secoli, abbiamo perso quasi del tutto la pelliccia.


Osservando le nostre cugine scimmie, viene da pensare che in fondo non è stata una grave perdita: di certo i nostri antenati non potevano essere morbidi e lucidi come i gatti.

Poi si va in spiaggia e lì ci si spoglia di nuovo.

Ci si spoglia, però, stando molto attenti a lasciare coperti gli orifizi inferiori. Probabilmente, nella storia dell'umanità sono state proprio quelle parti a essere protette per prime e forse qualcuno al principio ha detto che era giusto farlo per "motivi igienici".

Ad oggi, non c'è nessuno studio scientifico che dimostri l'efficacia igienico-sanitaria della copertura con stoffa di tali orifizi. Del resto, come potrebbe mai proteggere da germi un tessuto permeabile, sottile e dalla superficie talmente esigua che, nel caso di soggetti femminili, può ridursi a una larghezza minima?

Mentre all'uomo è comunemente ritenuta sufficiente la copertura delle sole parti inferiori, alle donne molto spesso si ritiene necessaria la copertura anche della massa mammaria. Tale pratica non può essere ricondotta a motivazioni di ordine igienico-sanitario, non essendo gli sbocchi mammari in nessun caso soggetti a fenomeni di permeabilità dall'esterno. Nella pratica, come dimostrato di recente al Festival di Sanremo, sono considerate sufficienti due strisce di nastro isolante per mettere il seno "a norma".

Negli Anni Settanta del secolo scorso, era frequente la completa rimozione delle coperture dal corpo, sia al mare, sia in occasione di grandi eventi musicali. Tale pratica liberatoria è stata rapidamente abbandonata con la diffusione di apparecchiature fotografiche e da ripresa, molto potenti anche su grandi distanze.

Si è entrati così in una nuova era, in cui il corpo è utilizzato come superficie per l'esposizione di opere pittoriche di vario genere, spesso impossibili da essere guardate da coloro che le portano, essendo stampate sul posteriore del corpo stesso, e pertanto utilizzate per una sorta di comunicazione non verbale o per l'ostentazione di un prodotto costoso.

Negli ultimi anni, la copertura maschile in spiaggia ha raggiunto superfici molto estese, dal ventre alle ginocchia e spesso anche oltre; per contro, quella femminile si è ridotta sempre più, soprattutto sulla schiena (forse per poter mostrare le opere pittoriche di cui sopra), al punto da sparire negli anfratti posteriori ed a riuscire a stento a coprire l'apertura anteriore, spesso brutalmente sottoposta all'asportazione delle sua naturale protezione tricologica.

In compenso, è stata introdotta un'innovazione epocale: la copertura di bocca e naso.

Quella degli occhi è già in voga da oltre un secolo, quella delle orecchie è assicurata dagli auricolari, destinati alla telecomunicazione a all'ascolto di suoni comunemente chiamati "musica".



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