lunedì 7 ottobre 2019

Green economy



Un tempo c'erano le lampadine a incandescenza, quelle col filamento di tungsteno.




Da alcuni anni queste lampadine sono considerate fuorilegge e nessuno può più venderle, neanche fossero appestate! Il motivo è il loro alto consumo energetico: per produrre l'equivalente della luce di una vecchia lampadina di 60 Watt basta un LED da 7 Watt.

Fin qui, nulla da obiettare.
Messe al bando le incandescenti al tungsteno, per un lungo periodo ci costrinsero a illuminare le nostre case con lampade fluorescenti a basso consumo. Queste, per poter funzionare, avevano bisogno di un alimentatore interno, che il più delle volte si bruciava al primo sbalzo di tensione. Dopo alcuni anni, ci dissero che quelle lampade erano pericolose per la nostra salute perché emettono ultravioletti di una gamma cancerogena.

E così finalmente arrivarono i LED. Ma cosa sono questi benedetti LED?

L.E.D. è una sigla che sta per Light Emitting Diode, che significa Diodo a Emissione di Luce. Il diodo, per chi non lo sapesse, è un componente elettronico semi-conduttore, ossia che permette il passaggio della corrente in un solo verso, dall'anodo al catodo.

Un diodo LED ha la caratteristica di illuminarsi al passaggio della corrente.
Quali sono i vantaggi dell'illuminazione a LED? Moltissimi: i LED non si bruciano facilmente. Anzi, dirò di più: per bruciare un LED bisogna mettersi proprio d'impegno, collegandolo a per un tempo non breve a una tensione più alta di quella per cui è progettato.

Solo così il LED muore.

Ma allora perché le mie vecchie lampadine a incandescenza che ho fuori in terrazza esposte alle intemperie dal 1996 sono ancora lì in perfetta salute, mentre in casa da quella data in poi ho cambiato almeno 100 lampadine, prima fluorescenti a basso consumo e poi LED?

Ottima domanda.
Sia nelle lampadine fluorescenti a basso consumo, sia nelle lampadine LED è presente un piccolo alimentatore che trasforma la tensione di rete di 220 Volt nella tensione adatta al funzionamento del nostro dispositivo illuminante. Essendo molto miniaturizzati, questi alimentatori sono altrettanto fragili e si bruciano al minimo sbalzo di tensione.


E cosa succede quando la nostra bella lampada LED muore? Noi la prendiamo e la buttiamo nella spazzatura. Anzi, telefoniamo al servizio di raccolta dei rifiuti elettronici RAEE e aspettiamo pazientemente che vengano a prendersela. Peccato che in genere la raccolta di questi rifiuti avvenga la mattina, quando in casa non c'è nessuno. Allora cosa succede? Che la maggior parte di queste lampadine finisce nell'indifferenziato.

E questo è un grave danno all'ambiente.
Ma c'è di più. NOI GETTIAMO NELLA SPAZZATURA UN DISPOSITIVO CHE POTREBBE ESSERE RIPARATO CON UNA SPESA DI MENO DI UN CENTESIMO!

Il più delle volte, nelle lampade LED si brucia una piccola induttanza d'ingresso, che costa meno di un centesimo di Euro, tant'è che si vendono solo a confezioni minimo da 10 pezzi.


Qui in foto, il piccolo alimentatore dalla lampada LED



E qui, l'induttanza che si è rotta

Ma a quale tensione funzionano questi benedetti LED, da aver bisogno di questo maledetto alimentatore? Bella domanda. Nella mia carriera di smanettatore di circuiti, ho incontrato LED delle più svariate tensioni: ce ne sono alcuni che vanno a 27 Volt, altri a 36, poi ci sono quelli che invece vogliono tensioni elevate, come 310 Volt. 

MA MAI CHE CE NE SIA UNO CHE VA DIRETTAMENTE A 220 VOLT!!!

Se il LED potesse funzionare direttamente alla tensione di rete, basterebbero solo due componenti per farlo funzionare: un ponte raddrizzatore e un condensatore. Entrambi questi componenti, possono ritenersi immortali quasi quanto il LED stesso.

Ma allora perché ci vendono lampade che vanno a tensioni diverse? Se è davvero indispensabile disporre di tensioni diverse dai 220 Volt, perché non si producono alimentatori esterni alla lampadina, invece di inserire quei cosi striminziti e dalla breve vita in uno spazio così ridotto?

MISTERO. O forse BUSINESS, in barba a tutte le cazzate ambientaliste che ci propinano per farci il lavaggio del cervello e farci comprare cose costose, per "rispettare l'ambiente".

Facciamo un po' di calcoli. Se invece di mettere in casa, prima le lampade a basso consumo e poi i LED, avessi lasciato le buone vecchie lampadine da 60 Watt a incandescenza, come quelle che ho tutt'ora in terrazza: 1. quanto avrei risparmiato in acquisto lampadine? 2. quanti rifiuti speciali in meno avrei prodotto. E tutto questo sarebbe davvero valso per il minimo risparmio energetico che ho prodotto?

VOGLIAMO PRENDERCI PER IL CULO?

Allora mi sono armato di attrezzi e ho deciso di riparare le lampadine. Questa in foto è una lampadina riparata.



Purtroppo non è da tutti riuscire a riparare una lampadina guasta, ci vogliono conoscenze di elettronica e soprattutto attrezzi!

Così mi è venuta un'idea: mi sono messo alla ricerca di lampadine LED funzionanti a 12 Volt in corrente continua, quelle adatte alle roulotte. E ho scoperto che in Cina, su aliexpress, si trovano a pochi euro. Anzi, al momento c'è un'offerta di uno stock di 10 lampadine di 12 Watt a poco più di 19 euro.
Cosa farò? metterò un alimentatore stabilizzato protetto che fornisce 12 Volt per ogni lampadario. E forse smetterò di produrre rifiuti speciali, senza dover per forza restare al buio.


Che ipocrisia colossale, che disastro ambientale, questa dittatura della Green Economy!

domenica 6 gennaio 2019

Facciamo un calcolo

In un paese, circa la metà della popolazione è di sesso maschile e l'altra metà di sesso femminile. 

In un paese musulmano, dove ogni uomo può sposare fino a 4 donne, supponiamo che il 5% degli uomini se lo possa permettere; di conseguenza, il 5% dei maschi sposa il 20% delle donne. Poi ci sarà un 10% dei maschi che riuscirà a sposare solo 3 donne; di conseguenza questo 10% sposerà il 30% delle donne. Scendendo nella scala sociale, avremo gli uomini bigami che potranno essere il 15%; così questo 15% sposerà il 30% delle donne. 

Adesso tiriamo le somme: 
Uomini: 5% (4 mogli) + 10% (con 3 mogli) + 15% (con 2 mogli) = 30% 
Donne: 20% (mogli dei quadrigami) + 30% (mogli dei trigami) + 30% (mogli dei bigami) = 80%. 

Quindi, il 30% degli uomini sposa l'80% delle donne. 

Del restante 70% degli uomini, solo 2 su 7 potranno sposare una donna, gli altri (che rappresentano la metà della popolazione maschile) dovrà fare diversamente: potrà fare sesso con gli altri maschi, potrà prostituirsi con donne o con omosessuali europei, potrà praticare l'astinenza. 

Se però vuole mettere su famiglia, deve ricorrere al matrimonio con una bambina, magari di 9 anni che sono le più economiche. Se è irruento e pedofilo, rischia di far morire la piccola per emorragia, se invece è un uomo paziente come lo fu Maometto, aspetterà qualche anno e poi potrà godere del suo acquisto. 

Buon islam a tutti!