mercoledì 5 aprile 2023

SENZA FACEBOOK SI VIVE MEGLIO

La mattina del 2 aprile del corrente anno, ho cercato di condividere questa locandina su facebook.




Immediatamente la foto è stata eliminata e il mio account è stato bloccato, con l'accusa di aver condiviso materiale pedo-pornografico. Mi è stato comunicato che avrei potuto contestare la decisione. 

Essendo stato colpito del tutto gratuitamente da un'accusa tanto grave quanto infamante, mi accingo a compilare il form di contestazione. Ci perdo diversi minuti e scrivo: 

"FB ha rimosso la locandina che ho cercato di condividere, concernente un campo estivo per l'infanzia del Donbass, gettandomi addosso l'accusa infamante di diffusione di pedo-pornografia. Il comportamento dei cosiddetti "admin" di facebook viola il Codice Penale della Repubblica Italiana, che è fonte ben più autorevole dei loro "standard", riguardo l'art. 368 c.p (calunnia) e l'art. 595 c.p. (diffamazione). Mi auguro che risolviate al più presto la questione in modo pacifico. Grazie"

Dopo aver premuto "invio", mi compare il loro messaggio di risposta:

"Il Comitato esaminerà i ricorsi presentati e ne selezionerà un piccolo numero per il controllo."

Al che, ho preso una decisione che avrei dovuto prendere già una decina di anni fa quando mi fu bloccato l'account per aver condiviso un articolo della BBC in cui si denunciava la deportazione e conversione forzata all'islam degli Orang Rimba, popolazione indigena della foresta del sud di Sumatra.

E oggi dal mio account Vkontakte invito tutti a lasciare quella fogna.