lunedì 18 maggio 2015

E adesso vediamo chi erano le due nuove sante "palestinesi"

La prima è Maryam Sūltanah Danil Ghaţţas, nata a Gerusalemme il 4 ottobre 1843 e morta a Ein Kerem il 25 marzo 1927. A quell'epoca Gerusalemme era capoluogo ottomano del Sangiaccato omonimo. La nazionalità palestinese non era stata ancora inventata, perciò potremmo dire che la signora in questione era ottomana, o cittadina turca dhimmi (non musulmana, perciò ritenuta dall'Impero suddita di serie B), oppure dhimmi del millet cristiano-cattolico. Se invece volessimo attribuirle una nazionalità considerando in quale stato si trova oggi la città in cui è nata, dovremmo dire che è israeliana, essendo Gerusalemme la capitale di Israele.
La seconda santa è Mariam Baouardy, nata a I'billin il 5 gennaio 1846 e morta a Betlemme il 26 agosto 1878. I'billin è un piccolo centro in Galilea (Israele). Betlemme invece ricade oggi sotto il controllo di Abu Mazen. Fin quando la città era sotto il controllo israeliano, la popolazione cristiana della città rappresentava più del 60%. Oggi si parla del 25%, volendo essere ottimisti.
Perché le chiamano "palestinesi"? Non hanno fatto mai parte né dell'OLP, né di Fatah, né di Hamas ecc., non hanno mai indossato una kefia col motivo a filo spinato creato dagli stilisti di Arafat; da quanto è dato sapere, pare che non abbiano mai inneggiato alla distruzione del popolo di Israele, né predicato il terrorismo suicida.
Perché "palestinesi", allora? Io un'idea ce l'avrei: perché il Vaticano non trascura mai le ragioni di marketing.

 

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