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martedì 20 dicembre 2016

Meglio accudire cani e gatti


Eccoli cresciuti, i figli esentati dai doveri. Sgravati dal peso di un'etica, sono stati privati del senso di realtà e condannati a essere eterni adolescenti, affogati in una bulimia di diritti, scaturiti da una fulminea sequenza di "voglio" esauditi ancor prima di sbocciare.

Oggi sono anagraficamente adulti, ma hanno un maledetto bisogno di certezze, come bambini a cui quelle certezze sono mancate, come sono mancati a tempo dovuto tutti i necessari "no" genitoriali. Così li vedi brancolare disperati, alla ricerca di un "qualcosa" che dia sicurezza, anelando a una "verità" incrollabile, a un "centro di gravità permanente".

C'è chi si rifugia in congreghe politiche settarie nate dal web, in gruppi di "puri" che si rimbalzano il "verbo" del capo carismatico, ripetuto quasi alla lettera, per darsi sempre ragione reciprocamente. La loro convinzione è una: la società è marcia e va cambiata. Inoltre, secondo il loro capo sarebbe semplicissimo farlo, basterebbero poche mosse per abbattere il potere dei potenti, basterebbe rimettere al centro i valori "puri" e smantellare il "sistema schiavo delle banche".

 


Altri cercano sicurezza nella religione, ma non in una religione "perdente e irreale" come quella cristiana. I figli dei fiori della beat generation erano rivolti a oriente, avevano in cameretta "santini" hindù comprati in negozietti di fricchettoni che portavano quella roba dall'India insieme a vestiti e incensi. Per loro era tutto più facile: contestavano genitori bigotti, rigidi e chiusi, che pretendevano che i loro figli crescessero e mettessero su famiglia come si era sempre fatto da che mondo è mondo. Invece loro, gli hippy, predicavano pace e amore libero, fumavano spinelli e manifestavano contro la guerra in Vietnam. E questo bastava per metterli a proprio agio.





Ai disorientati di oggi, questo non basterebbe: assumere sostanze psicotrope non fa più di te un ribelle, il sesso non è più tabù e spesso è vissuto talmente male da non risultare neanche un toccasana. Inoltre, si è ormai saturi di guerre contro cui manifestare, al massimo ci si può ogni tanto accanire contro Israele, in difesa dei "palestinesi", i quali -a dispetto della realtà- nell'immaginario comune incarnano l'oppresso per antonomasia.





La cosiddetta "causa palestinese" spesso apre nuove porte alla religiosità. Come ho già accennato, il cristianesimo offre storie non credibili come quella del dio che insemina una ragazzina, o dell'uomo che cammina sull'acqua e moltiplica i pesci. Non sono fatti compatibili con la mentalità di chi è cresciuto nel materialismo, nelle certezze scientifiche. Inoltre, la figura di Gesù è perdente su tutti i fronti: prima di tutto non è lui a fondare la religione cristiana, essendo e rimanendo ebreo fino all'ultimo istante; e poi, non vince nello scontro col nemico, ma viene ammazzato in croce.




Questa non è una storia in grado di soddisfare il bisogno di concretezza e di vittoria. Stiamo parlando di persone cresciute da genitori che credevano in Che Guevara o altri miti vincenti simili. Essendo Gesù incompatibile con le certezze scientifiche di cui si è padroni, e non soddisfacendo quell'insaziabile bisogno di "vittoria" che colmi il vuoto lasciato nell'animo da figure genitoriali assenti o "fraterne", ci si rivolge altrove.




Si scopre così il Corano. Nel Corano non ci sono fatti campati in aria, ma solo cose concrete. Allah è in alto e l'uomo è sulla terra: non ci sono commistioni inverosimili né miracoli alla Silvan. Allah è Dio potente e misericordioso, sa che tu, uomo, sei debole e bisognoso di certezze, di paletti che ti indichino la strada giusta. E il Corano ti detta con precisione certosina tutto ciò che è lecito e ciò che non lo è. Tu devi solo ubbidire. Allah però è generoso e ti dà la possibilità di sbagliare e di correggerti. Solo se perseveri malignamente nell'errore ti punisce. Poi c'è Maometto che è il fondatore di questa religione: lui è un vero leader, a immagine e somiglianza di Dio, potente, ma generoso e misericordioso. Lui non è un perdente come Gesù, non viene sconfitto mai. Il suo disegno è far sì che tutto il mondo si adegui a lui e si sottometta alla Verità Unica.




Pochi concetti semplici e chiari. Il vero toccasana per chi ha bisogno di una roccia a cui appigliarsi, la soluzione per chi crede che la società umana sia perfettibile. Perfettamente in linea anche col pensiero di chi crede che basterebbero poche mosse per abbattere il potere dei potenti, basterebbe rimettere al centro i valori "puri" e smantellare il "sistema schiavo delle banche".

Meglio cercare affetto in cani e gatti, che alimentare fedi che seminano odio, morte e distruzione.


sabato 28 maggio 2016

“La nazione ebraica mi è cara"




Mosab Hassan Yousef (che è figlio di un leader di Hamas, ma ha scelto di collaborare con i servizi segreti israeliani sventando decine di attacchi terroristici, ed è poi diventato cristiano e si è trasferito negli Stati Uniti) ha tenuto un discorso illuminante alla conferenza del Jerusalem Post a New York del 22 maggio 2016. Di seguito, la traduzione in Italiano a partire dal minuto -14.
“La nazione ebraica mi è cara e, quando vedo nazioni che si uniscono contro il popolo ebraico, questo mi fa male. Perché a un certo punto credevo che il popolo ebraico fosse il nemico dell’umanità. Pensavo che fosse il nemico del mio popolo, il popolo palestinese. Finché non ho fatto esperienza di ciò che è veramente la nazione ebraica. Attraverso i servizi segreti, e vedendo con i miei occhi il suo modello veramente democratico in un oceano di tenebre: l’unica luce del Medio Oriente.
E mi meraviglio che ci sia gente qui nel mondo libero, che crede di essere libera, che si unisce contro Israele, attacca Israele, isola Israele, boicotta Israele, con il BDS e tutta questa ipocrisia. Naturalmente l’ipocrisia va di pari passo con il politicamente corretto perché è la stessa cosa, sono due facce della stessa medaglia. Nella società musulmana ho visto con i miei occhi una donna che ha mandato a morire cinque suoi figli che si sono fatti esplodere in attacchi suicidi. Uno dopo l’altro, ha messo su di loro le cinture esplosive, li ha benedetti e ha detto loro: “Va’ a uccidere gli ebrei!”. Per ottenere rispetto nella sua società. Questa è ipocrisia. Mio padre mi ha rinnegato come figlio perché è un ipocrita. A livello personale è un padre amorevole, ma quando indossa la maschera di Hamas senza cui mio padre non può esistere, è un mostro, è qualcosa d’altro.
E questo è il problema con i condizionamenti di quella società. Perché se prendiamo gli individui da quella parte sono semplicemente degli esseri umani, proprio come noi. Ciascuno di noi potrebbe essere stato educato in quell’ambiente con quegli stessi condizionamenti. Il condizionamento umano non fa differenza tra una persona araba e una persona ebrea. Ma la mente collettiva della società rappresenta qualcosa. Rappresenta un’ideologia, una cultura, uno stato di consapevolezza che è calibrato nelle tenebre, che è calibrato nei secoli 7° e 6° governati da lotte tribali per il potere. Non è cambiata. Maometto - e so che mi hanno detto di non dire queste cose per non far sembrare che gli ebrei vadano contro ai musulmani, ma non possiamo prenderci in giro: c’è un problema islamico. Al Qaeda, Hamas, Hezbollah, Jihad Islamica, ISIS, Boko Haram: tutti loro uccidono in nome di Allah. Non uccidono in nome di Gesù, non uccidono in nome di Geova, non uccidono in nome di Mahavira o Buddha o Lao Tzu. Uccidono in nome di Allah.
C’è un problema islamico, e penso che tutta l’umanità debba affrontare questo pericolo, perché questo pericolo non è solo contro lo Stato di Israele. Questo pericolo è contro l’evoluzione dell’umanità. Quando vediamo ondate di violenza e tenebre che prendono il sopravvento e si diffondono, e noi dobbiamo tenere la testa sotto la sabbia in nome del politicamente corretto, la verità è che abbiamo paura. E che cerchiamo di non provocarli di più, o che cerchiamo di non creare una guerra di religione. Ma la guerra di religione c’è, che ci piaccia o no. La cosa migliore da fare è affrontarla: crescere e affrontarla con coraggio.
Il problema non è dell’individuo. Non siamo contro le persone musulmane. Io non posso essere contro mia madre, mio padre e la mia gente. Sono solo persone. Gli idioti ci sono dappertutto, in ogni nazione. Ma sto parlando della coscienza collettiva delle nazioni, delle religioni, e della coscienza cosmica di tutta l’umanità.
Il popolo musulmano ha un problema. E il suo problema è nel suo sistema di valori. Loro devono affrontarlo e noi dobbiamo incoraggiarli a combattere la buona battaglia, come ho fatto io. E se ci sono riuscito io, che avevo dei privilegi in quanto figlio di uno dei maggiori leader di Hamas: avevo qualcosa da perdere. Ma la persona media musulmana non ha molte cose da perdere. Vivono nelle tenebre e nella miseria: se riescono a uscirne è meglio per loro. Quando io ne sono uscito non ho lasciato la miseria, ho lasciato dei privilegi, una posizione: ero pagato, protetto, tutti volevano che restassi con indosso una maschera.
Io sono un esempio vivente e una sfida, e continuerò ad esserlo, per ogni individuo che vive nel mondo musulmano: perché questo è il momento di crescere, di distruggere i muri e di abbattere i condizionamenti della società. Questa è l’unica via. Ma dicendo loro “No, l’islam è una religione di pace!” creiamo proprio un clima perfetto perché i terroristi continuino a crescere. Lo dico ancora una volta: il nostro problema non è con gli individui; il nostro problema è con questo sistema di valori.
L’umanità e il mondo libero devono unirsi, alla fine, anche se allora fu troppo tardi, come si unirono contro il nazismo. Oggi la gente libera deve unirsi contro l’islam, non contro i musulmani: contro l’islam stesso in quanto sistema di valori. Quando il presidente del mondo libero si alza e dice che l’islam è una religione di pace, crea il clima perfetto perché si generi più terrorismo.
Spero che il mio messaggio non causi altro caos, ma non c’è altra via. Vorrei essere più gentile nel presentarvi questo argomento, ma io ho visto la morte e vengo dall’inferno, ed è molto buio.
Qual è l’alternativa a Israele, alla democrazia, alla Costituzione Americana? Queste tenebre del 6° e 7° secolo: questa è l’alternativa. Non credo esista nessun sistema, inclusa la Costituzione Americana, che possa risolvere la condizione umana o aiutare l’individuo integralmente a un livello più alto: sono convinto che questo spetti all’individuo. Ma questa è la differenza tra l’ambiente del 7° secolo e la democrazia: che l’individuo ha spazio, più pace e un ambiente più pacifico in cui crescere.
L’ho vissuto io stesso: quando ero a Ramallah potevo solo professare l’islam, conoscevo solo la moschea. Ma a Tel Aviv professo il cristianesimo, e con gli altri musulmani professo l’islam a Gerusalemme, la capitale di Israele, dove agli ebrei non è consentito pregare sul loro Monte del Tempio. Poi un pugno di ipocriti chiamati BDS paragonano Israele al regime razzista del Sud Africa. Come potete paragonarlo? E’ la capitale del popolo ebraico e il governo israeliano non permette al popolo ebraico di pregare liberamente nella sua capitale, nel suo luogo più santo, per il politicamente corretto, per non offendere i musulmani, e dà a loro quel tipo di libertà. Come potete paragonare questo a quello? A Tel Aviv ho potuto praticare yoga, a Tel Aviv ho potuto professare il cristianesimo; ci sono musulmani, ci sono drusi, ci sono tutti i tipi di persone, tutti i tipi di religioni, protetti sotto l’ombrello israeliano e dalla legge israeliana. Questo non è possibile negli altri Paesi lì attorno.
Se Israele è distrutto, o Israele è isolato, qual è l’alternativa? Cosa stanno facendo quelle persone? Davvero non capisco. So che sto incontrando quest’oggi dei pro-israeliani, ma è un privilegio: perché no? Io amo Israele, amo ciò per cui si batte Israele, la sua etica, i suoi valori, la sua democrazia, il suo amore.
Una nazione che è stata capace di superare l’Olocausto, e invece di fare la vittima e incolpare tutti per le sue sofferenze è stata capace di costruire uno Stato, uno Stato democratico, passato da Stato appena nato a Stato avanzato e completamente sviluppato in meno di 25 anni. Questo è un esempio grandioso. Questo è un privilegio. Io testimonio ovunque nel mondo il mio amore per la nazione ebraica, non mi interessa come mi etichettano, io parlo con l’autorità dell’esperienza.”

martedì 19 maggio 2015

Un insolito stendardo su Palazzo Chigi

L'Italia è un paese strano, a volte demenziale... troppo spesso senza palle e voltagabbana.

Di che sto parlando oggi? della bandiera che è apparsa su Palazzo Chigi accanto a quella italiana e a quella dell'Unione Europea. 



E' una bandiera identica a quella della Giordania, con le tre bande orizzontali che rappresentano i califfati abbaside, omayyade e fatimide, e col triangolo rosso della dinastia hashemita. Manca solo la stella a sette punte che rappresenta i primi sette versi del Corano.

E allora -chiedo- che cavolo ci fa la bandiera della Giordania amputata della stellina su Palazzo Chigi? E' forse in visita re 'Abdallah e noi come al solito facciamo figuracce mettendo una bandiera raffazzonata? No. Scopro che non è così. 

E lo scopro da un twitt di Riccardo Pacifici che scrive a Renzi:
Caro presidente del Consiglio. Caro Matteo. lo Stato di Palestina ancora non esiste e non si capisce quella bandiera
https://twitter.com/riccardpacifici/status/600314250700161024/photo/1

Il nostro è un paese davvero strano... ignorante? Diciamo "diversamente istruito", per non offendere nessuno. Un paese dove si dice che il Molise non esiste, ma che esiste una certa Palestina con tanto di stato e bandiera.

Ignoranza per ignoranza, almeno preferirei che si dicesse che "Palestina" è nome femminile singolare diminutivo di "Palesta", e che su Palazzo Chigi sventolasse la bandiera del Molise!