martedì 6 maggio 2014
giovedì 1 maggio 2014
No Sardegna? No voto.
Dato che ai sardi con una legge elettorale ingiusta, viene impedito di eleggere
i propri rappresentanti al Parlamento europeo, non rimane che protestare non
andando a votare.
Il gioco democratico non è normale ma truccato.
Sono
state tentate tutte le strade, sono stati proposte leggi ed emendamenti alla
legge in discussione al Senato più che giusti ma bocciati.
Si è contraddetto
il principio di uguaglianza costituzionale fra i cittadini perché mentre la si
garantisce ai cittadini siciliani non si garantisce i sardi.
Quindi essendo
l'arma del voto data ai cittadini sardi scarica, si sceglie semplicemente di non
usarla.
Il risultato del non voto sarà però un voto di libertà.
Non si
tratta quindi di una astensione che disprezza il votare o di disimpegno, ma
l'ultima possibilità di esprimere collettivamente la propria indignazione e la
richiesta di un collegio unico sardo e il rispetto dei sardi come minoranza
linguistica.
L'astensione dal voto per il Parlamento europeo, dal quale sono
assenti da diverse legislature i sardi, nasce non per scetticismo, disprezzo
dell'Unione europea o dell'europeismo, ma al contrario dal desiderio di essere
rappresentati da propri rappresentanti, legati alla Sardegna e che conoscono i
nostri problemi, la nostra cultura e le nostre aspirazioni.
L'astensione è
pure una forte protesta verso l'egoismo dei continentali e dei parlamentari
tutti, che salvo una pattuglia di sardi, ha deciso di penalizzare la Sardegna
oltre ogni limite consentibile.
Perciò aderiamo compatti a questa campagna di
boicottaggio, propagandiamola e diffondiamola per iniziare a tutti i nostri
amici di Facebook chiedendo loro di cliccare mi piace. I numeri ci daranno idea
del consenso e della protesta di un popolo che veramente si è rotto le scatole
ed è pronto a reagire democraticamente ma con forza.
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mercoledì 30 aprile 2014
Vendola, quando la pezza è peggio del buco
‘Ma come ha potuto paragonare Barghouti a Che Guevara?’.
Come se se lo aspettasse, ha risposto:
‘Non l’ho detto infatti! Luisa Morgantini era seduta con noi e ha detto questa frase, quando hanno dato il titolo all’articolo l’hanno attribuita a me!’.
(http://moked.it/blog/2014/04/29/israele-le-contraddizioni-di-vendola/)
(http://moked.it/blog/2014/04/29/israele-le-contraddizioni-di-vendola/)
E infatti il nostro caro Niki non ha nulla a che fare con la Morgantini, nooo! Non erano tutti e due lì a contendersi sotto i riflettori mediatici la moglie di quell'ergastolano tanto caro ai rivoluzionari da operetta che il 25 maggio andranno a votare. Noooo, ma céccósa!
«Barghouti ha già dimostrato dopo gli accordi di Oslo di essere un leader che si assume la responsabilità di andare in tutte le comunità palestinesi per spiegare la necessità e la ragionevolezza del compromesso. Non è solo un intellettuale raffinato, ma un leader credibile e coraggioso.»
(http://80.241.231.25/ucei/PDF/2014/2014-04-30/2014043027369188.pdf)
(http://80.241.231.25/ucei/PDF/2014/2014-04-30/2014043027369188.pdf)
Tirando le somme, secondo Vendola, Marwan Barghouti non può essere paragonato a Che Guevara, poiché evidentemente un tale paragone sminuirebbe le grandi doti di credibilità e coraggio del penta-ergastolano terrorista assassino.
La corte distrettuale di Tel Aviv ha condannato giovedì il capo di Fatah in Cisgiordania Marwan Barghouti, 44 anni, per la morte di cinque persone, quattro israeliani e un monaco greco. Barghouti è stato condannato per quattro attentati terroristici (tre riusciti e uno tentato) su 37 attentati che era accusato d’aver organizzato. Inoltre è stato condannato per appartenenza a organizzazione terroristica (era un capo della milizia illegale Tanzim e delle Brigate Martiri Al Aqsa).
(Jerusalem Post, 20.05.04 - http://www.israele.net/condannato-barghouti)
(Jerusalem Post, 20.05.04 - http://www.israele.net/condannato-barghouti)
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domenica 27 aprile 2014
Lettera aperta a Nicola Vendola
Gentile signor Nicola Vendola detto "Niki".
Fino a ieri credevo che Lei fosse un politico diverso dai soliti, di sinistra, di destra, di centro che siano. Nelle discussioni con amici, ho preso sempre le Sue difese, perché ho sempre ritenuto che Lei fosse al di sopra delle logiche perverse della politica spicciola. Evidentemente, mi ero sbagliato.
Fino a ieri credevo che Lei fosse un politico diverso dai soliti, di sinistra, di destra, di centro che siano. Nelle discussioni con amici, ho preso sempre le Sue difese, perché ho sempre ritenuto che Lei fosse al di sopra delle logiche perverse della politica spicciola. Evidentemente, mi ero sbagliato.
Infatti oggi leggo con profonda amarezza che, al paragone che Luisa Morgantini ha fatto fra Che Guevara e Marwan Barghouti, Lei non ha battuto ciglio, anzi a quanto pare ha voluto rincarare la dose aggiungendo: «Barghouti è molto ammirato in Italia, il mio partito si batterà per lui anche in Europa.»
Gentile signore, non credo che Lei sia all'oscuro dei delitti compiuti dal
gruppo terroristico capeggiato da Barghouti: decine di attentati costati la vita
a centinaia e centinaia di civili israeliani, con preferenza per i bambini sugli
scuolabus, per le ragazzine alla loro prima uscita in discoteca, per le
famiglie in festa ai ricevimenti.
No, non credo nemmeno che Lei sia all'oscuro della condanna a 5 ergastoli
inflitta a Barghouti dalla Giustizia d'Israele.
E stiamo parlando d'Israele, non dell'Italia. Stiamo parlando di uno Stato
democratico VERO, in cui la parola Giustizia può essere scritta con la lettera
maiuscola. Non stiamo parlando della nostra misera Italia, in cui tutto resta
impunito, dalle stragi terroristiche agli stermini in fabbrica, dalle
ammazzatine di mafia alle ecatombi ambientali. Non stiamo parlando dell'Italia,
dove un delinquente condannato a 4 anni di reclusione continua indisturbato a
far politica. Stiamo parlando di Israele. Noi Italiani dovremmo lavarci la bocca
prima di pronunciare quel nome, invece Lei ne ha accettato supinamente il
paragone con la dittatura di Batista! E ha ugualmente accettato che
venisse infognata l'immagine del Che con tale paragone.
Non credo che prenderò MAI PIU' le Sue difese nelle discussioni con gli
amici, né che darò il mio voto al Suo partito. E già, perché è proprio di questo che si
tratta: delle elezioni europee alle porte. E Lei ha pensato bene di sacrificare il
voto di quattro gatti "sionisti" come il sottoscritto, a favore dei ben più
numerosi voti antisemiti, pardon antisionisti, da rubare allo schieramento
grillino.
Si rallegri, non credo che La contatterò MAI PIU'. Nel frattempo, provi a fare una passeggiatina romantica per le viuzze di Ramallah, sottobraccio al Suo compagno. Poi mi racconti come è andata... se torna vivo da lì.
Con profondo dispiacere, perché da oggi l'Italia mi appare ancora più irrecuperabile.
Fulvio Del Deo
Niki Vendola insieme al suo compagnoTed Testa
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mercoledì 26 marzo 2014
BDS: Gaza è la nuova Auschwitz
Ecco una delle tante immagini usate su Twitter dai fanatici di una delle più accanite organizzazioni di boicottaggio verso Israele.
Con l'aiuto di Photoshop si fa scempio della Storia e dalla verità.
Quelle che seguono sono le vere immagini di Gaza, città in cui ci sono circa 1700 miliardari. Non lo dico io, ma gli stessi dirigenti dell'Autorità Palestinese.
venerdì 21 marzo 2014
Gush Katif prima e dopo
Ecco le immagini satellitari degli insediamenti israeliani nella striscia di Gaza, prima e dopo lo smantellamento. Il "prima" risale al 2004, mentre il "dopo" è del 2012. Come si può osservare, gli spazi un tempo abitati dagli Ebrei e i terreni un tempo da loro coltivati secondo l'agricoltura biologica, dopo ben 7 anni dalla loro "liberazione" sono rimasti per lo più inutilizzati.
martedì 29 giugno 2010
Kabuldreams - Crack in the Radio
Kabuldreams è la prima rockband in Afghanistan. "Crack in the Radio", la canzone del video che presentiamo, è la storia di una ragazza che lavora alla Rock Radio di Kabul: un elogio alla libertà a nove anni dalla caduta del regime degli 'studenti del Corano'.
Afghanistan: il rock della libertà from Secondo Protocollo on Vimeo.
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