giovedì 1 maggio 2014

No Sardegna? No voto.


Dato che ai sardi con una legge elettorale ingiusta, viene impedito di eleggere i propri rappresentanti al Parlamento europeo, non rimane che protestare non andando a votare. 
Il gioco democratico non è normale ma truccato. 
Sono state tentate tutte le strade, sono stati proposte leggi ed emendamenti alla legge in discussione al Senato più che giusti ma bocciati. 
Si è contraddetto il principio di uguaglianza costituzionale fra i cittadini perché mentre la si garantisce ai cittadini siciliani non si garantisce i sardi. 
Quindi essendo l'arma del voto data ai cittadini sardi scarica, si sceglie semplicemente di non usarla. 
Il risultato del non voto sarà però un voto di libertà. 
Non si tratta quindi di una astensione che disprezza il votare o di disimpegno, ma l'ultima possibilità di esprimere collettivamente la propria indignazione e la richiesta di un collegio unico sardo e il rispetto dei sardi come minoranza linguistica.
L'astensione dal voto per il Parlamento europeo, dal quale sono assenti da diverse legislature i sardi, nasce non per scetticismo, disprezzo dell'Unione europea o dell'europeismo, ma al contrario dal desiderio di essere rappresentati da propri rappresentanti, legati alla Sardegna e che conoscono i nostri problemi, la nostra cultura e le nostre aspirazioni.
L'astensione è pure una forte protesta verso l'egoismo dei continentali e dei parlamentari tutti, che salvo una pattuglia di sardi, ha deciso di penalizzare la Sardegna oltre ogni limite consentibile.
Perciò aderiamo compatti a questa campagna di boicottaggio, propagandiamola e diffondiamola per iniziare a tutti i nostri amici di Facebook chiedendo loro di cliccare mi piace. I numeri ci daranno idea del consenso e della protesta di un popolo che veramente si è rotto le scatole ed è pronto a reagire democraticamente ma con forza.



mercoledì 30 aprile 2014

Vendola, quando la pezza è peggio del buco

‘Ma come ha potuto paragonare Barghouti a Che Guevara?’. 
Come se se lo aspettasse, ha risposto: 
‘Non l’ho detto infatti! Luisa Morgantini era seduta con noi e ha detto questa frase, quando hanno dato il titolo all’articolo l’hanno attribuita a me!’.
(http://moked.it/blog/2014/04/29/israele-le-contraddizioni-di-vendola/)

E infatti il nostro caro Niki non ha nulla a che fare con la Morgantini, nooo! Non erano tutti e due lì a contendersi sotto i riflettori mediatici la moglie di quell'ergastolano tanto caro ai rivoluzionari da operetta che il 25 maggio andranno a votare. Noooo, ma céccósa!

«Barghouti ha già dimostrato dopo gli accordi di Oslo di essere un leader che si assume la responsabilità di andare in tutte le comunità palestinesi per spiegare la necessità e la ragionevolezza del compromesso. Non è solo un intellettuale raffinato, ma un leader credibile e coraggioso.»
(http://80.241.231.25/ucei/PDF/2014/2014-04-30/2014043027369188.pdf)


Tirando le somme, secondo Vendola, Marwan Barghouti non può essere paragonato a Che Guevara, poiché evidentemente un tale paragone sminuirebbe le grandi doti di credibilità e coraggio del penta-ergastolano terrorista assassino.


La corte distrettuale di Tel Aviv ha condannato giovedì il capo di Fatah in Cisgiordania Marwan Barghouti, 44 anni, per la morte di cinque persone, quattro israeliani e un monaco greco. Barghouti è stato condannato per quattro attentati terroristici (tre riusciti e uno tentato) su 37 attentati che era accusato d’aver organizzato. Inoltre è stato condannato per appartenenza a organizzazione terroristica (era un capo della milizia illegale Tanzim e delle Brigate Martiri Al Aqsa).
(
Jerusalem Post, 20.05.04  -  http://www.israele.net/condannato-barghouti)

domenica 27 aprile 2014

Lettera aperta a Nicola Vendola

Gentile signor Nicola Vendola detto "Niki".

Fino a ieri credevo che Lei fosse un politico diverso dai soliti, di sinistra, di destra, di centro che siano. Nelle discussioni con amici, ho preso sempre le Sue difese, perché ho sempre ritenuto che Lei fosse al di sopra delle logiche perverse della politica spicciola. Evidentemente, mi ero sbagliato.

Infatti oggi leggo con profonda amarezza che, al paragone che Luisa Morgantini ha fatto fra Che Guevara e Marwan Barghouti, Lei non ha battuto ciglio, anzi a quanto pare ha voluto rincarare la dose aggiungendo: «Barghouti è molto ammirato in Italia, il mio partito si batterà per lui anche in Europa.»
Gentile signore, non credo che Lei sia all'oscuro dei delitti compiuti dal gruppo terroristico capeggiato da Barghouti: decine di attentati costati la vita a centinaia e centinaia di civili israeliani, con preferenza per i bambini sugli scuolabus, per le ragazzine alla loro prima uscita in discoteca, per le famiglie in festa ai ricevimenti.
No, non credo nemmeno che Lei sia all'oscuro della condanna a 5 ergastoli inflitta a Barghouti dalla Giustizia d'Israele.
E stiamo parlando d'Israele, non dell'Italia. Stiamo parlando di uno Stato democratico VERO, in cui la parola Giustizia può essere scritta con la lettera maiuscola. Non stiamo parlando della nostra misera Italia, in cui tutto resta impunito, dalle stragi terroristiche agli stermini in fabbrica, dalle ammazzatine di mafia alle ecatombi ambientali. Non stiamo parlando dell'Italia, dove un delinquente condannato a 4 anni di reclusione continua indisturbato a far politica. Stiamo parlando di Israele. Noi Italiani dovremmo lavarci la bocca prima di pronunciare quel nome, invece Lei ne ha accettato supinamente il paragone con la dittatura di Batista! E ha ugualmente accettato che venisse infognata l'immagine del Che con tale paragone.
Non credo che prenderò MAI PIU' le Sue difese nelle discussioni con gli amici, né che darò il mio voto al Suo partito. E già, perché è proprio di questo che si tratta: delle elezioni europee alle porte. E Lei ha pensato bene di sacrificare il voto di quattro gatti "sionisti" come il sottoscritto, a favore dei ben più numerosi voti antisemiti, pardon antisionisti, da rubare allo schieramento grillino.
Si rallegri, non credo che La contatterò MAI PIU'. Nel frattempo, provi a fare una passeggiatina romantica per le viuzze di Ramallah, sottobraccio al Suo compagno. Poi mi racconti come è andata... se torna vivo da lì.
Con profondo dispiacere, perché da oggi l'Italia mi appare ancora più irrecuperabile.
Fulvio Del Deo

 Niki Vendola insieme al suo compagnoTed Testa

mercoledì 26 marzo 2014

BDS: Gaza è la nuova Auschwitz

Ecco una delle tante immagini usate su Twitter dai fanatici di una delle più accanite organizzazioni di boicottaggio verso Israele.


Con l'aiuto di Photoshop si fa scempio della Storia e dalla verità.
Quelle che seguono sono le vere immagini di Gaza, città in cui ci sono circa 1700 miliardari. Non lo dico io, ma gli stessi dirigenti dell'Autorità Palestinese.
























venerdì 21 marzo 2014

Gush Katif prima e dopo

Ecco le immagini satellitari degli insediamenti israeliani nella striscia di Gaza, prima e dopo lo smantellamento. Il "prima" risale al 2004, mentre il "dopo" è del 2012. Come si può osservare, gli spazi un tempo abitati dagli Ebrei e i terreni un tempo da loro coltivati secondo l'agricoltura biologica, dopo ben 7 anni dalla loro "liberazione" sono rimasti per lo più inutilizzati.







martedì 29 giugno 2010

Kabuldreams - Crack in the Radio

Kabuldreams è la prima rockband in Afghanistan. "Crack in the Radio", la canzone del video che presentiamo, è la storia di una ragazza che lavora alla Rock Radio di Kabul: un elogio alla libertà a nove anni dalla caduta del regime degli 'studenti del Corano'.

Afghanistan: il rock della libertà from Secondo Protocollo on Vimeo.