Una delle notizie agghiaccianti degli ultimi giorni è quella dell'uomo che ustiona suoi figlio per fare dispetto alla moglie.
Nella maggior parte dei giornali si specifica che:
1. l'uomo è un quarantunenne, come se avere quarantun anni fosse rilevante;
2. l'uomo era rientrato in casa ubriaco, come se una sbornia potesse spiegare la violenza inaudita;
3. che il fatto è accaduto in zona Tre Teste, bollando il quartiere;
4. che l'uomo adesso è nel carcere di Regina Coeli, come se questo potesse rimettere in ordine le cose, quasi un lieto fine alla "e vissero tutti felici e contenti".
Tanti particolari, quasi tutti inutili alla comprensione del fatto, perché la maggior parte dei giornali tralascia un particolare fondamentale: l'uomo (chiamiamolo pure così) è musulmano.
Ed è proprio questa la "ragione" della sua rabbia.
Come si apprende dalla stampa, lui era "rientrato a casa ubriaco e sua moglie lo aveva rimproverato".
A chi non conosce l'islam può sembrare normalissimo e più che lecito che una moglie rimproveri il marito per una cosa così grave.
Secondo il Corano, la moglie deve sottostare al marito e tollerare anche i suoi sbagli senza mai farglieli pesare.
Perciò lui avrà avuto un moto di rabbia per l'umiliazione subita vedendo che una femmina, oltretutto non musulmana, si permetteva di rimproverarlo.
Ubriacarsi è sbagliato, e il Corano sostiene che il buon musulmano non deve bere alcol. Però a tutti gli uomini è concesso sbagliare qualche volta. E dei suoi sbagli dovrà dare conto solo ad Allah, non certo a una femmina non musulmana.
Ciò che la donna ha fatto risulta gravissimo, secondo i canoni dettati dal Corano, perché la donna, sgridando il marito, ha capovolto la gerarchia che Allah stesso ha creato per il mondo.
Sicché lei ha avuto la presunzione di riscrivere le leggi di Allah, quindi di essere superiore a lui, eterno, onnipotente e misericordioso. E tutto ciò, secondo il Corano, ogni buon musulmano non può e non deve tollerarlo, perché è una cosa di gran lunga ben più grave di ubriacarsi e perfino di uccidere.
Adesso meditate: mettendoci in casa gente di questo tipo, avremo a che fare sempre più spesso con questa mentalità, con questa "cultura": cultura di violenza, sopraffazione e morte.
Andatelo a spiegare a quegli ignoranti che dicono "Le culture hanno tutte pari dignità."
Fategli capire che non sanno nemmeno di cosa stanno parlando.
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