Украинцы в Талергофе
«Українцi п`ють, гуляють,
А кацапи вже конають.
Українцi п`ють на гофi,
А кацапи в Талергофi.
Де стоїт стовп з телефона,
Висить кацап замiсть дзвона
Уста йому посинiли,
Чорнi очi побiлiли,
Зуби в кровi закипiли,
Шнури шию переїли»
Questa canzoncina in rima baciata serviva per sbeffeggiare i "katsàp", (i "come capre", ossia i Russi) che finivano nei campi di concentramento austro-ungarici di Thalerhof.
Traducendo in Italiano da quel dialetto da cui è stata in tempi recenti ricavata la Ukrainska Mova, ossia la lingua dell'attuale regime banderista, suona più o meno così:
Traducendo in Italiano da quel dialetto da cui è stata in tempi recenti ricavata la Ukrainska Mova, ossia la lingua dell'attuale regime banderista, suona più o meno così:
Ucraini a Thalerhof
"Gli ucraini bevono, fanno festa,
E i katsap stanno già morendo.
Gli ucraini bevono al caffè,
E i katsàp al Thalerhof.
Dove c'è un palo del telefono,
Un katsàp pende al posto della campana
La sua bocca divenne blu,
Gli occhi neri diventarono bianchi
denti bolliti nel sangue,
Le corde intorno al collo"
Sebbene l'articolo sia dedicato al genocidio dei Russini nell'Austro-Ungarico durante la prima guerra mondiale, non conterrà descrizioni di atrocità. Qui non se ne fa menzione, essendo dedicato non ai Russini, bensì a quegli Ucraini che erano anche a Thalerhof, Terezin e in altri campi di concentramento austro-ungarici."
"Spiego subito che la divisione dei prigionieri dei campi di concentramento austriaci in russi e ucraini non è un mio capriccio. E di seguito capirete perché. Anche se, credo, le persone attente avrfanno già notato dall'epigrafe: una canzone allegra delle SS ucraine (Sechevykh Strel'tsov, Fucilieri di Sich), che parla da sola. Pertanto, continuerò anche a usare proprio questi nomi per designare le parti: russi, russini, russofili da un lato e ucrainofili-ucraini dall'altro."
"Ma prima, lasciate che vi racconti brevemente qual è la mia impressione su come gli Ucraini moderni si relazionano al genocidio della popolazione russa dell'Ucraina occidentale all'inizio del XX secolo. È chiaro che buona parte della popolazione generalmente non è particolarmente interessata a chi ha ucciso chi e per cosa cento anni fa. Ma tra coloro che ne sono a conoscenza, le opinioni sono divise."
La parte "svidomo" degli ucraini è divisa in due metà. Una parte nega semplicemente che ci sia stato un genocidio di Russini su base nazionale. Dicono che solo le spie di Mosca siano state sottoposte a repressioni su vasta scala durante la guerra. La seconda parte dichiara in modo abbastanza diretto e franco che è stato un bene aver sterminato i ribelli, ed è un peccato che ne abbiano sterminati pochi. Con questa parte degli ucraini tutto è chiaro e non c'è neanche bisogno di discutere con loro.
("svidomo", in Ucraino "consapevolmente". Per farsi un'idea più precisa del significato del termine, consiglio la lettura di questo articolo: "Cosa significa Svidomo in ucraino. Che cos'è "svidomye" e come viene tradotto questo termine? Il nazionalismo nell'impero russo." n.d.t.)
("svidomo", in Ucraino "consapevolmente". Per farsi un'idea più precisa del significato del termine, consiglio la lettura di questo articolo: "Cosa significa Svidomo in ucraino. Che cos'è "svidomye" e come viene tradotto questo termine? Il nazionalismo nell'impero russo." n.d.t.)
Ma la reazione di un'altra parte degli ucraini, ad es. gli “adeguati”, i “moderati”, i “buoni” o altro, suscita un genuino interesse. Sanno di questo genocidio, lo condannano sinceramente, ma... Ma, sentendo l'odore marcio dell'ucraino in tutta questa sanguinosa storia, cercano qualcosa di simile a una scusa per i carnefici, gli autori e gli informatori volontari del genocidio. Da loro, "ucraini moderati", sentirai di nuovo parlare di "spie di Mosca" e "tempo di guerra". Ma c'è un altro momento curioso. Gli ucraini "adeguati" hanno addotto come argomento il fatto che le autorità austro-ungariche opprimevano anche gli ucrainofili. Dicono che le repressioni fossero dirette non solo alla popolazione russa dell'Ucraina occidentale, che gravitava verso la Russia, ma semplicemente a tutti gli ucraini in massa."
Per la prima volta ho sentito una simile interpretazione di quegli eventi diversi anni fa e ho persino provato a cercare gli ucrainofili oppressi dall'Austria-Ungheria. Senza molto zelo, devo dire, perché questo argomento non mi interessava molto. Ma anche a uno sguardo superficiale era evidente che pure gli ucrainofili soffrivano davvero. L'unica domanda è: come e perché.
Ad esempio, ricordo un caso esemplare accaduto a un ucraino "consapevole", Gerasim Smuk. Questi, senza ombra di dubbio è l'ucraino più degno, avendo denunciato suo fratello-katsàp Grigory Smuk per le sue opinioni filo-russe. Ma qualcosa andò storto e il coraggioso ucraino Gerasim Smuk fu mandato in un campo di concentramento insieme al suo non-fratello russo. Credo che il motivo dell'arresto dell'ucraino Smuk sia stata la presenza di un mòskal' ("moscovita" usato in senso dispregiativo dai nazionalisti ucraini, n.d.t.) tra i suoi parenti più stretti. In un modo o nell'altro, il modesto e coraggioso ucraino Gerasim Smuk tirò eroicamente le cuoia a Thalerhof. Ma, come si suol dire, Smuk è morto, ma la sua opera continua a vivere.
Ricordo di essere rimasto sconvolto dal fatto che il nome dell'eroe ucraino Gerasim Smuk non fosse familiare al grande pubblico. Uno che ha dato la vita per la gloria dell'Ucraina! È difficile, forse, nominare qualche strada in suo onore, erigere qualche modesto monumento? È possibile, a proposito, organizzare qualcosa come gruppi scout per bambini "Yuni Smuki" (in Ucraino, "giovani di Smuk", ma anche "giovani bellezze", n.d.t.), "Noi, giovani di Smuk (o bellezze), giuriamo solennemente di vendere nostro fratello...". Smuk - suona orgoglioso! Varrebbe la pena organizzare vari eventi in suo onore, quiz o persino concorsi. Chi, ad esempio, spezzerà più velocemente un vicino separatista. Bene, e l'Ordine del coraggio di Gerasim Smuk chiede semplicemente di essere posto sul petto di qualsiasi patriota ucraino. Non li distribuirei a tutti gli ucraini, ma alla massa.
Nel complesso, poi ho rinunciato a questo argomento. Come ho già detto, a quel tempo non mi interessava particolarmente, perché ero attratto da altri periodi di storia. Però di recente, mi è stato nuovamente riferito più volte che gli ucrainofili del genocidio austro-ungarico avrebbero sofferto non meno dei russofili, e ho deciso di approfondire la questione in modo più dettagliato.
Va notato subito che Vasil Makovsky era un ardente russofobo e tutte le sue dichiarazioni sulla Russia coincidono semplicemente con le dichiarazioni dei russofobi dei nostri giorni. Si può anche leggere in lui la “prigione dei popoli”, che, in bocca a un suddito austro-ungarico, suona in qualche modo ridicolo e illogico. Ci sono anche storie su coloro che sono stati ingannati dalla propaganda di Mosca, che ricordano dolorosamente le moderne lamentele del pubblico svidomo-liberale sull'onnipotente "zombie Putin". Quindi possiamo tranquillamente affermare che i russofobi e i loro metodi di propaganda non sono cambiati in cento anni.
Ma allora come è finito a Thalerhof l'ucraino-filo Vasyl Makovsky? Le autorità austriache, da lui tanto adorate, lo hanno davvero represso per ucraino-filismo? Niente affatto!
In effetti, il punto è che al momento dello scoppio della prima guerra mondiale, Makovsky era nell'impero russo. In particolare, ha visitato Odessa, dove ha appreso dell'inizio della guerra. Poiché il confine tra Austria-Ungheria e Russia si è trasformato in una linea del fronte, Makovsky è tornato a casa illegalmente, attraverso il territorio della Romania, e al suo ritorno in Austria-Ungheria è stato arrestato. Su di lui sono stati trovati biglietti e denaro, a dimostrazione che proveniva da uno stato nemico, cioè dalla Russia.
Привезли мене до стаційної командию. Тут списали мій родовід приналежність, стан і тд. - і зробили спис всього що при мені найшли. Найбільше тішилися найденими в мене білетами. В мене є така звичка, що в дорозі, аби їх мати все під рукою, я переховую залізничі білети в камізельковій кішені. Там вони їх і найшли. з Одеси до Жмеринки, до Проскурова, з Жмеринки до Одеси, з Роздільної до Унґен, дали до Ясс. Крім цього чимало трамваєвих білєтів з Одеси. І цього фальшивого рубля, котрого в Роздільній не хотіли брати. Як вони, сердешні, тими нахідками тішилися! Якщо би те вирішало вислід війни.
Mi hanno portato al comando della stazione. Qui hanno annotato le mie generalità, affiliazione, status, ecc. - e hanno fatto un elenco di tutto ciò che hanno trovato con me. Erano molto contenti dei biglietti che hanno trovato in mio possesso. Ho l'abitudine di nascondere i biglietti ferroviari nella tasca del panciotto quando sono in viaggio per averli a portata di mano. Lì li hanno trovati: da Odessa a Zhmerinka, a Proskurov, da Zhmerinka a Odessa, da Rozdilnaya a Ungeny e poi fino a Iași. Inoltre, ci sono molti biglietti del tram da Odessa. E questo falso rublo, che non volevano prendere a Rozdilnaya. E loro erano sinceramente felici di quei ritrovamenti! Come se questo avesse potuto decidere dell'esito della guerra.
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La situazione di Makovsky è stata aggravata dal fatto che un compagno, su cui lui faceva affidamento, lo ha rinnegato. Dopo aver parlato di un ufficiale come il "caro Levko", il quale ha invece dichiarato di non aver mai conosciuto Vaska Makovsky e di non averlo mai visto.
Я скористав з хвилевої метушні та підступив до авдитора. Нагадав йому свою справу і його приречення. Кинув на мене сердитий погляд і сказав піднесеним голосом: „Seien Sіе froh, dass es damals noch kein Standrecht gegeben hat". (Будьте вдовільні, що тоді не було ще наглих судів)! „Ich Ьіn doch ganz und gar unschuldig". („Я-ж нічогісінько не винен") — замітив я покірливо. „Das können Sie sagen jemandem anderen ! Ihr angeblicher Kamerad, Reserveleutnant В. wurde sofurt, am dritten Tage nachher vernommen und — wissen Sie, was er unter Offiziersehrenwort gestanden?" („Це можете говорити кому іншому! Вашого вібито товариша, поручника резерви Б. переслухано зараз третього дня опісля і - знаєте, що він під офіцирським словом зізнав?")... Стою, наче вкопаний і слухаю: Dass er Sie weder kennt, noch je іn seinem Leben gesehen hat". („Що він, ані Вас не знає, ані вас ніхоли в житті не бачив"). "Luder!" („Стерво!") кинув згірдливо в мій бік і злющий, відійшов. Підімною неначе запалася земля. В голові піднявся шум як наглий вихор, в очах замиготіли іскри. Я заточився, близький омління. В цю хвилину я радше бажав би собі смерти, ніж таке почути: — Коханий Левко... відцурався!.. Під словом чести, що мене - не знає! Свідомий, що мені може грозити!.. Я вїдходив від змислів.
Ми-ж з ґімназії ще не то знайомі, але товариші. Другами собі були. Другами!.. А він "слово чести", що мене не знає! Сльози хлинули з очей.
Approfittai del trambusto e mi avvicinai al revisore. E gli ricordai i suoi affari e il suo destino. Mi lanciò uno sguardo arrabbiato e disse con voce alta: „Seien Sіе froh, dass es damals noch kein Standrecht gegeben hat". (Sia felice allora, che non esiste la legge marziale). "Ich bіn doch ganz und gar unschuldig" (Sono del tutto innocente) - osservai umilmente. "Das können Sie sagen jemandem anderen ! Ihr angeblicher Kamerad, Reserveleutnant В. wurde sofurt, am dritten Tage nachher vernommen und — wissen Sie, was er unter Offiziersehrenwort gestanden?" ("Può dirlo a qualcun altro! Il suo presunto compagno, tenente di riserva В. fu subito interrogato il terzo giorno dopo e... sai cosa ha detto sotto parola d'ufficiale?")... Sto come se fossi sepolto e ascolto: "Dass er Sie weder kennt, noch je in seinem Leben gesehen hat." ("Che non ti conosce né ti ha mai visto in vita sua"). "Luder!" ("Puttana!"). Si lanciò con disprezzo nella mia direzione e si allontanò con rabbia. È come se la terra mi fosse crollata sotto ai piedi. C'era rumore nella mia testa, come un turbine improvviso, scintille guizzarono nei suoi occhi. Sono affilato, vicino a uno stordimento. In questo momento, avrei preferito essere morto piuttosto che aver sentito questo: - Il mio caro Levko... mi ha voltato le spalle!... Ha dato la parola d'onore, che non mi conosce! Sapendo che ero in pericolo!.. mi sentivo di svenire... Fin dal ginnasio, non eravamo conoscenti, ma compagni. Eravamo amici. Amici!.. E dà la "parola d'onore" di non conoscermi! Le lacrime sgorgarono dai miei occhi.
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Quindi Makovsky cadde sotto la pista della repressione non per le sue convinzioni ucrainofile, ma per ragioni abbastanza tipiche per i prigionieri di Thalerhof, ad es. denuncia-tradimento da parte di un ucraino e sospetto di spionaggio a favore della Russia.
Крім цього ще в Ясіні якась злобна рука на кожному з наших ваґонів виписала крейдою "Spione aus Galizien" (шпики з Галичини). Ці написи сам командант Крижанівський в Сиготі позатирав. Але вони все наново появлювалися, як довrо їхали з нами улани.
Inoltre, a Iassinia, qualche mano maliziosa ha scritto con il gesso "Spione aus Galizien" (Spie della Galizia) su ciascuno dei nostri carri. Lo stesso comandante Kryzhanivsky cancellò queste iscrizioni a Sighet. Ma sono apparse ancora e ancora, mentre i lancieri viaggiavano insieme a noi.
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Non c'è stata alcuna persecuzione degli ucrainofili da parte delle autorità austro-ungariche. Di quale persecuzione intenzionale possiamo mai parlare se l'intero vertice del partito ucrainofilo lavorava duramente per il bene dell'impero proprio nel momento in cui i suoi avversari russofili pendevano dai pali degli alberi della Galizia e marcivano nei campi? Inoltre, gli stessi ucrainofili hanno aiutato le autorità a distruggere i russi della Galizia e della Transcarpazia. C'erano molti Gerasim Smukov e tutti scarabocchiavano instancabilmente denunce contro i loro ex fratelli.
Gli stessi ucrainofili caduti sotto il rullo del genocidio dei russini sono finiti lì solo a causa di errori giudiziari e investigativi. Lo stesso Vasil Makovsky si chiedeva sinceramente come fosse successo che loro, innocenti ucrainofili, fossero stati messi nel campo di concentramento insieme ai russi.
Descrive anche esempi di come si sono verificati tali errori. Alcuni sono abbastanza divertenti, come la storia del figlio del giudice che portò il latte in prigione. Le guardie lo fecero entrare nella prigione, ma non lo lasciarono più uscire. Durante l'interrogatorio, l'investigatore gli chiese: “Perché sei stato arrestato?”, E lui risponse con orgoglio: “Non sono stato arrestato! Sono venuto io stesso! Una volta capito, fu rilasciato.
Makovsky scrive anche del fatto che spesso gli ungheresi semplicemente non distinguevano i russi dagli ucraini. E come si fa a distinguerli? Così dicevano: “Ma non ci interessa se sei russo o ucraino. Per noi siete tutti uguali". E un altro ucraino si chiedeva come mai lui, un innocente, fosse finito in prigione. Tutto molto semplice. Per il fatto di essere russini.
Ma i russini, al pari dello stesso Makovsky, sono tutti colpevoli. Gli arresti e le esecuzioni dei russi non provocavano proteste. Era colpa loro!
Повернувшого, дo келії всі стали допитувати.
,,Завіщож вас, добродію, арештували? — запитав і я, дійсно запікавпений, бо це був уже згорблений, зівялий старець.
"Завіщо?" - промимрив він безрадно — „я казав прокураторові, — за те, що я з Галича..."
Галич був до війни одним з головних бастіонів галицького москвофільства.
Quando è tornato, tutti hanno cominciato a interrogarlo nella cella.
"Perché sei stato arrestato, brav'uomo? - ho chiesto, davvero scioccato, perché era già un vecchio curvo e avvizzito.
"Perché?" - borbottò disperatamente - "L'ho detto al pubblico ministero - perché vengo da Galich..."
Prima della guerra, la Galich era uno dei principali bastioni dei filo-moscoviti galiziani.
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Makovsky capisce perché questo vecchio è stato arrestato. Viene da Galich, e questo può bastare.
Gli ucraini, a differenza dei russi, finirono nei campi austriaci solo per errore. Lo stesso Makovsky, elencando le ragioni degli arresti di ucraini "innocenti", non vede alcuna persecuzione mirata a causa della posizione ucrainofila. Errore, incidente. E null'altro.
Quanti di loro c'erano, questi ucraini innocenti, e qual era il loro destino? Non sono in grado di dire il numero esatto, perché non c'è. Le cifre possono essere giudicate solo relativamente, confrontando il numero di ucraini a Thalerhof con il numero di russi che vi si trovano. E le memorie di Vasil Makovsky danno una risposta approssimativa a questa domanda. Possiamo anche apprendere da lui come procedeva e come finì la vita degli ucraini “innocenti” a Thalerhof. E la vita dello stesso Vasil Makovsky nel campo è molto indicativa.
All'inizio, la sua vita era un inferno. È stato trattato come un semplice Russino. Gli hanno trafitto la gamba con una baionetta. Dormiva nel fango e si rallegrava in un pezzo di paglia. È stato picchiato e affamato. Bene, cioè fu trattato esattamente come i galiziani russi. Nessuno sapeva che fosse un ucraino e che meritava di meglio. E c'erano pochi ucraini lì...
Нас, українців, було в клуні ледви кількох. Галицька „тарабарщина" й жахлива „російщина"з безупинними „гаспада" — „пожалуйста" й „пока-что" — кололи вуха, як зикання ос. Пригадалася мені одна знайома галицька пані — полька, що була в Одесі на лікуванні в санаторії д-ра Якимовича. Я ії тоді відвідав і запитав принагідно, чи багато навчилась російської мови.
„I owszem" - сказала - „пожалуйста". "Tylko nie wiem, gdzie to naleźy uźywać". Таке вражіння робила на мені оця „російщина", якої я в клуні наслухався.
Eravamo ben pochi di noi ucraini nel gruppo. La "tarabarshchyna" (borbottio incomprensibile, n.d.t.) galiziana e la terribile "russishchyna" (parlottare russo) con incessanti "gaspada" (господа, gentiluomini in Russo) - "pozhaluysta" (per favore in Russo) e "poka-chto" (per adesso) - mi pungevano le orecchie come il ronzio delle vespe. Ricordavo una familiare galiziana - una donna polacca che era a Odessa per cure in un sanatorio l'ho visitata allora e le ho chiesto casualmente se avesse imparato molto russo.
"I owszem," (Ma sì) disse, "pozhaluysta" (per favore in Russo) "Tylko nie wiem, gdzie to naleźy uźywać". (Semplicemente non so dove usarlo)
Questa "russità" mi faceva una tale impressione, che restavo ad ascoltare in silenzio.
Questa "russità" mi faceva una tale impressione, che restavo ad ascoltare in silenzio.
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"Ce n'erano "diversi" di ucraini nelle baracche. Circondati da "russishchyna"...
Per inciso, l'odio dell'ucraino per la lingua russa, così familiare a noi già nel nostro 21 ° secolo, è degno di nota. Con un calcolo più accurato, si è scoperto che su 167 persone nelle baracche, non più di una dozzina erano ucraini.
8. вересня було в клуні 167 осіб, з дуже рідкими виїмками, самих інтеліґентів. В тому числі було "мазепинців" не більш десятка. - 'Numerus clausus' був заведений.
L'8 settembre in quel fienile c'erano 167 persone, con rarissime eccezioni, gli stessi intellettuali. Tra loro non c'erano più di una dozzina di "Mazepintsi". - Il 'Numerus clausus' è stato avviato.
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È vero, il ricambio in caserma era notevole. Le persone venivano trasferite da una baracca all'altra. Sì, e questa gente stava morendo, colpevole o innocente. Ci sono stati momenti in cui solo due ucraini sono rimasti nelle baracche.
Ще пізним вечором, коли нас вже заперли в клуні на ніч, йшла між ними тиха гутірка на теми неуспіху австрійського оружжя і тягнулася до пізна.
"Гаспада, спітє; ужъ поздно", відізвався один з авторитетних.
„Ничего, братєцъ!" відповів йому другий. „Новый годъ мы ужъ
привтьствуємъ у себя дома, на русской правослааной згмлть".
„Спокойной ночи".
Ми з о. Майковським з Княждвора, тількн мовчки штовхнулися ліктями. Ми лежали біля себе. Обіч нас не було вже нікого з „мазєпинців".
Anche a tarda sera, quando eravamo già chiusi nella capanna per la notte, ci fu una tranquilla conversazione tra loro sul fallimento delle armi austriache e durò fino a tardi.
"Signore, dormi, è troppo tardi", disse una delle autorità.
«Niente, fratello!» gli rispose il secondo, «è il nostro nuovo anno».
Vi do il benvenuto a casa mia, in lingua ortodossa russa".
"Spakonoi nochi" (buona notte in Russo)
Noi e p. Maikovsky di Kniazhdvor, silenziosamente ci siamo scambiati una gomitata. Eravamo sdraiati uno accanto all'altro. Non c'era nessuno di "Mazepintsi" vicino a noi.
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In genere, il numero di ucraini nel campo era piccolo. Una piccola "oasi" nel mare russo.
Українці, як все, дещо припізнилися. Заки стягнулися, вже кращі ,,положення" були захоплені "русскими". Нам прийшлось вдоволитися закутиною між брамами, при чому наші леговища йшли таким порядком: Мороз, Гнідий, Майковський, Банд, Ґонтарський, Маковський, Ткачук син, Ткачук батько, о. Савойка з синами, Зубрицький; напроти у середньому положенні: Паращук, Велнчко, Кашубинський, Білоруський, Кобринськнй, подальше дещо: д-р Конюшецький, Метеллі, о. Савчин і ще інші. Таким робом зібралася тут мала українська "оаза", окружена лавою "русских", бо-ж у трьох сотках люда наша жмінка губилася. Ми були далекі від будьякої боєвої концентрації наших сил. Інстинкт самозбереження i потреба взаїмних розваг чи порад звела нас разом. Зрештою, ми надіялися, що довше ніж тиждень, два тут місця забирати не будемо. Інше діло, що в тих надіях ми дещо завелися.
Gli ucraini sono arrivati più tardi, rispetto agli altri. E stavano stretti, perché le migliori "posizioni" erano state già conquistate dai "russi". Abbiamo dovuto accontentarci di un angolo tra i cancelli e le nostre tane sono andate in questo ordine: Moroz, Hnidy, Maikovsky, Band, Gontarsky, Makovsky, Tkachuk figlio, Tkachuk padre, p. Savoyka con i suoi figli, Zubrytskyi; opposto nella posizione centrale: Paraschuk, Velnchko, Kashubinskyi, Belorusskyi, Kobrynsknyi, alcuni dopo: Dr. Konyushetskyi, Metelli, p. Savchyn e altri. In questo modo si è riunita qui una piccola "oasi" ucraina, circondata da un gruppo di "russi", perché il nostro pugno di persone si è perso in tre acri. Eravamo lontani da qualsiasi concentrazione di combattimento delle nostre forze. L'istinto di autoconservazione e il bisogno di intrattenimento o consiglio reciproco ci hanno uniti. Alla fine, speravamo di non restare più di una o due settimane qui. Un'altra cosa è che ci siamo lasciati un po' trasportare da quelle speranze.
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Capite ora da dove proveniva la divisione dei prigionieri di Thalerhof, sì, e dell'intera Galizia, in russi e ucraini? Loro stessi si dividevano. Quello che era ucraino non si considerava russo o russino, e quello che combatteva per il nome dei suoi antenati russi non era ucraino. E non l'ho inventato io, sono stati loro. L'ucraino "innocente" Vasyl Makovsky non mente.
Ora un po 'sulla vita degli ucraini nel campo. È chiaro che a loro non piaceva molto essere lì. Già, là in mezzo ai russi, oltretutto. E gli ucraini hanno scritto lettere alle autorità con reclami.
Ми — українці до тоrо спору не вмішувалися. Раз, що не були в порозумінні з тамтими в ганґарах, а по друге — нас було кількох і наші roлоси були тут без значіння. На нараді, — врештірешт, не вирішили нічого. Зате довірочно в ночі, вже без нашої приявности, — вирішили внслати до нового команданта не письмо, але депутацію з доповіддю.
О. М., проф. Ґ. і я- ми теж ніччю між собою нишном розважували справу і рішили порозумітися з товаришами з ганґарів. Про себе ми були гадки, що — будь як будь, — "нам" — з= „ними", не по дорозі: Нас ніщо не єднало. Ні причини, ні спосіб арештувань, ні світогляд, ні почування, ні надії... Зокрема - надії!...
Їх ненависть до „української ідеі" 6yлa - з виїмками, - сильніша ніж людські почування. Ми оту ненависть бачили й зустрічали на кожному кроці.
"Noi ucraini non abbiamo interferito nella disputa. In primo luogo, che non eravamo d'accordo con quelli negli hangar, e in secondo luogo, eravamo in molti e qui i nostri ruoli non avevano senso. Alla fine, nulla è stato deciso durante la riunione. Ma in confidenza di notte, già senza la nostra presenza, decisero di inviare non una lettera al nuovo comandante, ma una deputazione con un rapporto.
O.M., prof. G. ed io ne discutemmo anche di nascosto la notte e decidemmo di metterci d'accordo con i nostri compagni dell'hangar. Stavamo indovinando su noi stessi che - sia come sia - "noi" - con = "loro", non sulla strada: niente ci univa. Nessuna ragione, nessun metodo di arresti, nessuna prospettiva, nessun sentimento, nessuna speranza.. In particolare - speranze!...
Il loro odio per "l'idea ucraina" - con eccezioni - è più forte dei sentimenti umani, abbiamo visto e incontrato questo odio ad ogni passo."
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È divertente che Makovsky creda che il "metodo e il motivo dell'arresto" degli ucraini fosse diverso dai metodi e dai motivi dell'arresto dei russini. Questa è una vera e propria bugia e i suoi stessi ricordi lo confutano. Lui stesso è stato arrestato proprio perché sospettato di spionaggio e simpatia per la Russia. E il fatto che non fosse appeso all'albero più vicino lungo la strada, come hanno fatto con molti russini, è stato per pura e semplicemente fortuna.
Alla fine, le denunce degli ucraini hanno raggiunto il vertice e il "pubblico" ha finalmente notato che, insieme agli evidenti criminali russini, dei fedeli figli dell'Austria-Ungheria, gli ucraini, languivano nei campi.
Ії в кітлі до клуні і тут розділювали. В „Grazer Тagblatt"-і з того дня появилася поважна стаття про галицькі увязнювання й талергофський табор. Говорилося там, що галицька адміністраційна влада арештує кого попало, без poз6opy, часто людей не то невинних політичних переконань, але. гарячих приклонннків Aвстpiї. Це шкодить інтересам держави й понижує її авторитет тут і за кордоном. Змальовано жахливе положення увязнених в Талергофі, між якими в суміш мучаться заєдно й вороги й прихильники Австрії - українці.
Стаття накликувала центральну владу, щоби иегайно вглянула в ці осоружні відносини й спрнукала в першу чергу звільнення всіх приклонників держави, а далі наказала гідну поведінку з іншими вязнями, яких там трактується гірш розбишак.
Одночаєно докорювано всім тнм, що попереднього дня негідною поведінкою при огляданні табору, фотоґрафуванням, тощо, дали свідоцтво свовї некультурности.
Це цисло часопису доставили нам боснійці. В клуні загуло. „Єдіно-неделімих" розхвилював розподіл вязнів на ворогів Австрії та ії „прихильников" - українців. „Тут нема ніяких ворогів Австрії"... „Тут нема ніяких винуватих!"... „Тут нема ніяких українців!"... Ціліський день шушукали, нараджувались, обговорювалй...
Erano in un calderone fino al colla e qui si divisero. Quel giorno apparve su "Grazer Tagblatt" un rispettabile articolo sulla prigionia galiziana e sul campo di Thalerhof. Lì si diceva che le autorità amministrative galiziane arrestassero chiunque senza mandato, spesso persone di convinzioni politiche non così innocenti, ma sinceri adoratori dell'Austria. Ciò danneggia gli interessi dello Stato e ne riduce l'autorità sia qui che all'estero. Viene raffigurata la terribile situazione dei prigionieri a Thalerhof, tra i quali esiste un miscuglio fra nemici dell'Austria e suoi sostenitori, come gli ucraini.
L'articolo invitava il governo centrale a esaminare immediatamente queste relazioni armate e, prima di tutto, sollecitare il rilascio di tutti i sostenitori dello stato, quindi ordinare un comportamento dignitoso con gli altri prigionieri, che vengono trattati lì come il peggior tipo di tortura.
Fu unanimemente rimproverato a tutti coloro che, il giorno precedente, avevano mostrato il loro comportamento incivile con comportamenti irrispettosi durante l'ispezione del campo, scattando fotografie, ecc.
Questo numero della rivista ci è stato consegnato dai bosniaci. C'era brusio. Gli "uniti e indivisibili" erano eccitati dalla distribuzione dei prigionieri ai nemici dell'Austria e ai suoi "sostenitori": gli ucraini. "Non ci sono nemici dell'Austria qui"... "Non ci sono colpevoli qui!"... "Non ci sono ucraini qui!"... Per tutto il giorno bisbigliarono, si rallegrarono, discussero...
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Fate attenzione, tra l'altro, alla reazione della maggioranza russa all'articolo del quotidiano Gazer Tagblatt. I russi, come risultò, non si ritenevano colpevoli dei crimini loro attribuiti dalle autorità austriache e ucraine. Almeno alcuni di loro non si consideravano affatto nemici dell'Austria-Ungheria, e tutta la loro colpa era che non volevano essere ucraini. Ma dopotutto, già questo era un crimine dal punto di vista ucraino, e un motivo sufficiente per l'arresto e l'esecuzione.
Nel frattempo, per gli ucraini giunsero buone notizie: gli ucraini saranno rilasciati.
22. вересня прийшла перша радісна вістка. Писав радник Каранович, з Відия, що акція в справі звільнення всіх арештованих украінців, в ході. „Будьте найліпшої думки". Ми тішилися, несказано як, вже сил не виставало, вічно писати і- вічно чекати.
Il 22 settembre arrivò la prima buona notizia: il consigliere Karanovych di Vidya scrisse che era in corso la campagna per il rilascio di tutti gli ucraini arrestati.
"Era il migliore dei pensieri." Ci siamo rallegrati, non si dice come, non era più possibile scrivere per sempre e aspettare per sempre.
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Fate attenzione alla data: 22 settembre. Tenendo conto del fatto che la prima parte degli arresti cominciò ad arrivare il 4 settembre, perciò non si può dire che gli ucraini abbiano sofferto tanto a lungo nei campi. Le autorità iniziarono rapidamente a correggere i loro errori. Gli ucraini devono essere liberi e i russi devono marcire nei campi.
Ma come distinguere gli ucraini dai russi? L'amministrazione del campo era in imbarazzo. E fu allora che arrivò il momento migliore per Vasil Makovsky: era lui che doveva separare gli agnelli dalle capre, gli ucraini senza peccato dai criminali russini.
В нашій справі був знову помітний поступ на пядь вперед. Полковник викликав мене до рапорту, і хоч я мав у голові всякі здогади, як ішов до нього, таки на властивий, як звичайно, не гопав.
Перш за все, я ще його таким не бачив. Говорив зі мною зовсім спокійно, людяно, не по жовнірськи. Передав мені карточку від посла Володимира Бачинського, писану до таборової команди, щоби мені позволили занятися списуванням інтернованих українців, а окрему до мене, того самого змісту. Отже полковник дав мені на те ґенеральний призвіл і додав: „Nur ѕchauen Sie, nur solche aufnehmen, weiche Ihnen als Ukrainer bekannt sind". (Та вважайте, щоби у список попали лише такі, котрі відомі вам як українці).
Я йому вияснив техніку списувань. Трудно одному чи кільком із нас знати всіх. Та кожний має подати на свідоцтво чільних мужів довіря.
Крім того полковник сповістив мене, що з днем 1. жовтня заряджена зміна харчів на ліпші і буде отворена кантина до вжитку інтернованих без усяких окремих перепусток.
Nel nostro caso, c'è stato ancora una volta un notevole passo avanti. Il colonnello mi convocò per il rapporto e, sebbene avessi in testa ogni sorta di ipotesi mentre andavo da lui, come al solito non immaginavo quella giusta.
Prima di tutto, era come non l'avevo mai visto così prima d'allora. Mi parlò con calma, umanità, non alla maniera di un soldato. Mi consegnò una carta dell'ambasciatore Volodymyr Bachynskyi, scritta al comando del campo, in modo che potessi cancellare gli ucraini internati, e una separata per me, con lo stesso contenuto. Così il colonnello mi diede il compito ufficiale di farlo e aggiunse: "Nur ѕchauen Sie, nur solche aufnehmen, weiche Ihnen als Ukrainer bekannt sind". (Ma accetta solo quelli che ti sono noti come ucraini).
Gli spegai la tecnica della cancellazione. È difficile per uno o alcuni di noi conoscere tutti. Ma tutti dovevano sottomettersi alla certificazione fatta dai principali uomini di fiducia.
Inoltre il colonnello mi informò che dal 1° ottobre sarebbe iniziato il cambio in meglio dei viveri si sarebbe aperta una mensa separata ad uso degli internati privi di permesso.
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Inutile dire che agli ucraini fu assegnata una caserma separata, una sala da pranzo separata con cibo migliore, fu permesso di accettare pacchi e denaro da parenti e organizzazioni di beneficenza. Anche il lavoro pesante per loro fu interrotto. Un poliziotto... ugh... un ucraino doveva vivere in condizioni migliori rispetto al popolo criminale dei russini, aggrappandosi al nome e alla storia dei propri antenati.
Secondo le memorie dei prigionieri russi di Thalerhof che ebbero la possibilità di lasciare il campo, iscrivendosi fra gli ucraini, nel "volantino ucraino". E le memorie di Vasil Makovsky lo confermano. Vasil ne parla con genuino umorismo.
Моя конскрипційна робота йшла поспішно вперед. Помагав мені суддя Т. До нас приходили й зголошувалися цілі процесії селян. Наївні й щирі, томy й гумористичні були часами іх вислови.
„Чого вам треба, ґаздо?"
„Я прийшов записатися до українців" -- булa стереотипна відповідь.
„А чим-же ви є?``
„Та руснаком; але - українцем".
Il mio lavoro di coscrizione procedeva rapidamente. Mi aiutava il giudice T. Intere processioni di contadini venivano da noi per registrarsi. A volte le loro espressioni erano ingenue e sincere, a volte divertenti.
"Di cosa hai bisogno, capo?"
"Sono venuto ad iscrivermi con gli ucraini" era la risposta stereotipata.
"E tu cosa sei?"
"Ma un russo; però ucraino".
Non pretendo di giudicare se Vasyl abbia salvato gli sfortunati russini registrandoli o meno come ucraini, ma lui stesso non ne parla. Anche se ha salvato qualcuno, cosa di cui dubito, sono stati solo pochi. Alla fine del suo lavoro, la sua lista definitiva includeva solo 312 ucraini. Questa è una goccia nel mare di 5.700 russini imprigionati che vivevano a Thalerhof nel novembre 1914.
При цій нагоді передав я по ручникові П. дальший спис інтернованих українців, переважно самих замітніших селян або міщан. Вони покликувалися або безпосередньо на послів (як на пр. ціла Надвірнянщина на посла Лагодинського), або на відомих священиків чи вчителів теж тут запротореннх. Цей спис виказував 312 осіб.
In questa occasione ho consegnato a P. un ulteriore elenco di ucraini internati, principalmente contadini o cittadini più illustri. Hanno fatto appello o direttamente agli ambasciatori (come, ad esempio, l'intera regione di Nadvirnyan all'ambasciatore Lagodynskyi), o a noti sacerdoti o insegnanti che sono stati anche nominati qui. Questo elenco mostrava 312 persone.
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312 su 5700. Il 5-6% del totale delle vittime del genocidio! Questo il numero approssimativo di ucraini che hanno sofferto per errore.
Come ucraino di fiducia presso le autorità, e come interprete, Vasil Makovsky presenziò agli interrogatori dei russini, di cui racconta nelle sue memorie con il suo solito umorismo.
Цікаві, як звичайно, були їхні зізнання про національність. В деяких випадках авдітор, шо добре виснавався в справі, не міг стриматися від влумливих завваг.
"Ich bin Altruthene" (я старорусин) відповів на запит один студент.
"No! Sie Schauen doch ganz jung aus!" (Що ви! Виглядаете чейже зовсім молодо!) завважив авдітор.
Або: один з них викручуєтся всіма способами від простої відновіди.
"До якоі партії ви належите?"
"До ніякої".
"Чим же ви себе почуваєте?"
"Русином".
"Яким русином?"
"Австрійським".
Авдітор глумливо підсміхується: "Вам бачу" - говорить - "тяжко вирозуміти, про шо мені йде. Отже я вам поможу: Ни ви почуваєте себе українцем?"
мовчанка.
"Ваша мовчанка для мене достаточнаю відповідю. Отже ви не знаєте, ним себе почуваєте."
"Я... я... старорусин", - внцідив врешті збентежено запитуваний.
"Und gibt es Galizien überhaupt auch Jungruthenen?"
(А чи в Галичині є взагалі також молорусини?) - питає дальше авдітор.
Цікаво було бути при тих їхніх опигуваннях, - я як все був покликаний до помочі, як перекладчик, - як це "їм" важко було здефініювати ясно свою національну ни ідейну приналежність.
Le loro confessioni sulla nazionalità erano interessanti, come al solito. In alcuni casi, il revisore, che conosceva bene il caso, non poteva trattenersi da osservazioni persuasive.
"Ich bin Altruthene" (sono un antico ruteno) rispose uno studente alla domanda.
"No! Sie Schauen doch ganz jung aus!" (Cosa sei! Sembri molto giovane!) osservò il revisore.
Oppure: uno di loro contorto in tutti i modi da un semplice recupero.
"A quale parte appartieni?"
"A nessuna".
"Come ti senti?"
"Russino".
"Che genere di russino?"
"Austriaco".
Il revisore sogghignò beffardo: "Capisco", dice, "è difficile capire di cosa sto parlando. Quindi ti aiuterò: ti senti un ucraino?"
Silenzio.
"Il tuo silenzio è una risposta sufficiente per me. Quindi non sai cosa ti senti."
"Io... io... un antico ruteno", disse infine l'interrogato confuso.
"Und gibt es Galizien überhaupt auch Jungruthenen?"
(E ci sono anche giovani ruteni in Galizia?) - chiede ulteriormente il revisore.
Era interessante assistere alle loro provocazioni - sono sempre stato chiamato ad aiutare, come traduttore quanto fosse difficile per "loro" definire chiaramente la loro appartenenza nazionale e ideologica.
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In effetti, Makovsky era "stufo" di vedere come i russi combattevano per il diritto di essere chiamati come venivano chiamati i loro padri e loro nonni. È caratteristico che quando un austriaco gli ha trafitto la gamba con una baionetta, come fosse un normale russino, non si è sentito così "tsikavo" (cinico), e non ha trattato tutto in modo così "umoristico". Tuttavia, lo status di poliziotto ucraino ha un effetto positivo sul livello di cinismo degli ucraini "svidomo".
In realtà, salterò il resto delle sue storie sui russofili tutti indiscriminatamente al soldo del Cremlino. Da vero ucraino, non capisce che si può combattere gratuitamente per la memoria dei propri antenati. Non solo, combattere, ma morire sul campo. Per lui, tutti i galiziani russi sono nemici, tutti "mercenari di Mosca", spie o ingannati dalla propaganda del Cremlino. I metodi di discussione e gli argomenti che ha usato nelle controversie con i russi sono identici a quelli che sentiamo ripetere oggi dai suoi discendenti "svidomo".
Sì, e non per molto ha "sofferto" al Thalerhof. Il 12 novembre l'ucraino era già stato rilasciato, lasciando i russi a morire dietro ai cancelli. In realtà, lì, alle sue spalle, stava morendo l'intera Russia galiziana, e lui, ispirato dalla libertà e dal sostegno, ritornò nell'Ucraina galiziana. E più avanti cifurono i suoi principali successi: Bandera, Shukhevych, Schutzmannschafts ucraini, SS Galicia, OUN e UPA - gloriosi successori dell'impresa di Smuk. Più avanti, ci furono i padroni tedeschi e i numerosi Thalerhof già pronti per altri russi.
Gli ucraini che "hanno sofferto" durante il genocidio di russini suscitano in me compassione? Quelli come Gerasim Smuk e Vasil Makovsky, assolutamente no. Pertanto, gli ucraini "moderati", "adeguati", che mi vengono a dire che anche gli ucraini hanno sofferto, che la maggior parte dei russini è sopravvissuta... ricordino: con le vostre storie suscitate in me esattamente gli stessi sentimenti che provo per i personaggi su citati: disprezzo e disgusto. Potete tranquillamente indossare l'Ordine di Smuk sul petto. Ne siete degni!
(Fonte: QUI - traduzione a cura di Fulvio Del Deo che si scusa per eventuali inesattezze per i testi tradotti in automatico dal vecchio libro in ucraino citato)
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