La costa del basso Lazio, la cosiddetta Riviera di Ulisse, offre scorci deliziosi, ha un bel mare limpido, ma ha anche un piccolo difetto: si trova esattamente a metà strada fra Napoli e Roma.
Così succede che, anche fuori stagione, arrivi in spiaggia più o meno alle dieci e per un'ora e mezza stai in grazia del patreterno, con poche persone tranquille, soprattutto del posto o dell'entroterra ciociaro. C'è chi prende il sole, chi passeggia, chi legge, poi c'è qualcuno che tenta un bagno nell'acqua ancora gelida e ci sono dei bambini con secchielli e formine che giocano con la sabbia.
Alle undici e mezza, mentre ti stai crogiolando nell'ozio, improvvisamente il sole si oscura: due coppie sessantenni sovrappeso, con uomini pelosi come orsi, ti si sono parate davanti, ferme sulla battigia. Sono capeggiate da una bice-valori che parla a raffica, credendo di essere simpatica con la sua voce sgradevole. E racconta ai suoi compagni di passeggiata (ma anche a te e a tutti quelli che, loro malgrado, sono nel raggio di quindici metri) del suo viaggio di ritorno da New York, in un aereo dove c'era un gruppo di ragazzini bergamaschi che commentava ad alta voce le foto scattate nella Grande Mela, senza rispettare il prossimo. Poi attacca col pippone logoro di quanto siano sgradevoli i tassisti che vogliono darti da parlare sempre e tu invece vorresti startene zitta e tranquillina... e poi delle buche di Roma, della Raggi, di come le gente sia diventata scostumata, di come lei -poverina- si senta ormai la sciocca in mezzo a gente fin troppo scafata. E così via... finché non ti siedi sull'asciugamano e la fulmini con lo sguardo. A quel punto, il gruppo di panzarotti si decide a riprendere il cammino e, mentre le loro voci si affievoliscono, senti la bice-valori riprendere a recriminare.
A mezzogiorno e mezza, è il turno dei Napoletani più mattinieri. I primi ad arrivare sono le tipiche triple o quadruple coppie di ventenni. Noleggiano tre o quattro ombrelloni vicini, e le ragazze si sdraiano all'istante sui lettini, ma al sole. Anche se il sole non scotta, i cavalieri mica vogliono fare i morti di fame che non pigliano l'ombrellone! e che fanno, fanno stendere le guaglione direttamente con l'asciugamano sulla sabbia? E che sfaccimma!
La scena che segue è sempre la stessa, da sempre. Me la ricordo fin dalla più tenera età: le femmine stanno ferme sui lettini e i maschi schizzano via col pallone, facendo come se fossero su di un campo di calcio regolamentare, ignorando la presenza degli altri esseri viventi, calpestando il loro bisogno di tranquillità e il loro desiderio di non essere presi a pallonate.
Questo fa pensare che, mentre nel resto del mondo il tempo passa e la civiltà si evolve, a Napoli si rimane sempre fermi all'età della pietra.
Intanto sui lettini, la bionda si spoglia e si passa la crema solare, la riccia continua a messaggiare al telefonino mentre si sfila la gonna, invece quella coi capelli corvini da vera lucïana d.o.c. (nota 1) rimane completamente vestita, tutta di nero, con un calzone che sembra disegnato addosso: forse, chissà, sarà stata presa alla sprovvista e non ha fatto in tempo a deforestarsi.
I maschi non smettono di dare fastidio a tutta la spiaggia, col loro pallone, coi loro urli, con le imprecazioni e le maleparole che si scambiano. Sembrano cani repressi di appartamento, che si sfogano al parco, portati a pisciare dalle loro padroncine.
Dopo mezz'ora di partita, i maradoni si tuffano in acqua urlando "comme cazzo è fredda!". Le loro femmine -che nel frattempo non hanno scambiato una parola fra di loro- li guardano, pronte ad accoglierli con gli asciugamani.
Inizia così la loro fase di quiescenza: divorano una marenna da fravecatori (nota 2) e poi si mettono a dormire accanto alle loro belle.
A questo punto arrivano le famiglie romane, quelle dove i padri hanno 70 anni e i figli 7: "Papo, famo due passaggi a pallone? E dài, su, ti prego!" "Mannò, nun vedi che gnà faccio!" Intanto la mamma quarantenne, coi labbroni da angioedema cronico, continua a rispondere ai messaggi su whatsapp, senza degnare di uno sguardo la spiaggia, il mare, la sua famiglia e “gnente”...
Viene da chiedersi: ma che cazzo fate a fare dei bambini quando siete così vecchi dentro? Vi piace mettere al mondo degli orfani? E magari siete pure contrari alle adozioni gay. Ma jataffanculo!
Verso le quattro del pomeriggio, le famiglie napoletane in gita finiscono di pranzare e scendono anche loro in spiaggia. Uomini di mezza età gonfi di cibo crollano sulla sabbia. Donne strette a pressione nei loro abiti, si tolgono le scarpe coi tacchi a spillo e diventano delle nanerottole. Ragazzini, più larghi che alti, cominciano la loro partita di pallone, proprio davanti al tuo asciugamano. E tu li guardi, sapendo che fra un poco quel pallone sarà fra le tue mani.
Infatti, al primo tiro in rete del maradoncino tondeggiante, la palla è da te. Il più intraprendente della combriccola ti si avvicina timoroso per riprendere il gioco e ti fa "Sorry!", perché ovviamente tu non puoi essere che straniero. Allora gli rispondi "Sòreta!"
NOTE
1. Le lucïane sono le donne del borgo Santa Lucia, note per la loro bellezza: formose, dalla carnagione olivastra, capelli corvini lisci e lucidi, e grandi occhi neri leggermente a mandorla.
2. La marenna da fravecatori consiste in uno sfilatino pieno di ogni ben di dio, a partire dagli affettati e dai formaggi, ai pomodori, tonno, insalata, talvolta baccalà, uva ecc..
Nessun commento:
Posta un commento