Comici, politici e ciarlatani oggi si fanno in quattro per propinarci la favoletta del nostro Sud aperto e da sempre in ottimi rapporti con il mondo islamico.
Mai stronzata più grossa fu detta e perfino scritta!
Prova ne sono le migliaia di torri di guardia sparse lungo tutto il nostro litorale, tirrenico, adriatico e sardo.
Niente è stampato più a chiare lettere nella nostra memoria collettiva della diffidenza verso gli assassini saraceni. Non a caso la parola ASSASSINO deriva dall'Arabo حشاش , assassino dedito allo hashish.
Il mare, che per millenni aveva rappresentato la nostra principale risorsa e la principale via di comunicazione, si trasformò di punto in bianco nel peggior pericolo. Da lì cominciarono a sbarcare uomini feroci armati di lame affilatissime, intenzionati solo alla predazione, allo stupro, al massacro e al rapimento finalizzato alla schiavitù delle proprie vittime.
Fu così che i nostri villaggi si spostarono tutti nell'entroterra, a eccezione di quelli più grandi che ritenevano (o si illudevano, come Otranto) di potersi difendere.
Cos'era successo, dall'altra parte del mare? Era nato l'islam e c'era stata la conseguente conquista araba del Nord Africa, quella che vide lo sterminio quasi totale delle popolazioni autoctone.
Terrore, morte e miseria caratterizzarono per mille anni le nostre terre.
La depredazione da parte dell’Islam sulle nostre coste ha avuto solo una breve pausa, a partire dal XIX Secolo.
La tradizionale ospitalità, la nostra xenìa, non si è mai offerta al mondo islamico: da loro ci si difendeva e basta.
Le rare volte che si riusciva ad avere la meglio su di loro, li si catturava, li si bendava, li si uccideva. Tutt'oggi teste bendate sventolano in due delle nostre bandiere.